Per un’estetica degli opposti
In una delle vie più antiche del centro storico di Torino, spicca Palazzo Gioberti, un palazzo ottocentesco ristrutturato e riqualificato dall’ecclettica mano degli architetti dello studio UdA. L’immobile, dalla struttura tipicamente classica a cui si era aggiunta una sopraelevazione di un paio di piani realizzata nel dopoguerra, versava in un profondo stato di degrado a causa della sua destinazione ad uffici pubblici e successivamente dismessi. Il gruppo UdA, dopo aver vinto un concorso d’idee, ha proposto un restauro conservativo delle facciate dell’edificio storico modificando radicalmente la sopraelevazione, ricontestualizzata secondo una veste eccezionalmente minimale e contemporanea. All’interno, si è intervenuti attraverso una decisiva riorganizzazione degli spazi, in vista della sua attuale riqualificazione in unità abitative, per sfruttare al meglio le altezze degli interpiani, soprattutto del piano nobile. Il contrasto che emerge dalla classicità strutturale dell’edificio e la contemporaneità delle linee e dei segni asciutti dei piani sopraelevati, utilizzati oggi come spazi comuni, rende questo palazzo un’interessante opera di risanamento conservativo in grado di (ri)leggere secondo canoni attuali le geometrie e le estetiche del passato. L’intervento ha voluto valorizzare quanto più possibile le parti comuni, un tempo considerate luoghi di rappresentanza e pertanto ricercate nei materiali e nelle soluzioni, ma divenute in seguito, in particolare a partire dagli anni ’70, luoghi architettonicamente anonimi. Il sistema distributivo verticale e orizzontale, unitamente agli androni, al cortile e ai terrazzi sono stati riplasmati secondo un linguaggio univoco e coordinato dove i materiali impiegati acquistano una grande importanza concedendo al luogo rilievo e autonomia stilistica; ecco, quindi, l’utilizzo di legno scuro fresato, della pietra inca basaltina e acciaio inox che diventano, unitamente a rigorose geometrie, il tramite per esprimere una nuova presenza nel tessuto edilizio della città. Grazie a pochi inserti - un pavimento con una pedana sopraelevata, snelle travi frangisole, esili ringhiere - l’edificio sembra distinguersi profondamente dal paesaggio urbano circostante. Allo stesso tempo, tutti questi elementi, pur nella loro alterità, danno vita ad un nuovo dialogo con la facciata ottocentesca sottostante senza tuttavia rinunciare alla loro autonomia.
Testo di Genni Ceresani
Foto di Alberto Ferrero
Intervento
Recupero di un palazzo storico con sopraelevazione
Luogo
Torino
Progettisti
Andrea Marcante, Valter Camagna, Massimiliano Camoletto
Collaboratori
Shinobu Hashimoto, Luca Talarico, Marco Luciano, Carlo Ramello (progetto strutture), Giovanni Botta (progetto impianti)
Committente
Ferrero Attilio Costruzioni Spa e Martini.com
Imprese esecutrici
Airaudo Costruzioni
Dati dimensionali
3000 mq