Petra pertusa
L’Abbazia di San Vincenzo al Furlo, edificata nel corso del sesto secolo, sorge sulla riva sinistra del Candigliano, lungo la via Flaminia. Il complesso monastico ha subito nel tempo numerose modifiche, e della sua parte più antica restano oggi la facciata d’ingresso e il grande arco leggermente acuto affiancato da archi romanici e preromanici. Il complesso è formato dalla chiesa abbaziale, dal monastero benedettino e dalle fortificazioni sul fiume, seguendo una disposizione a “L”. L’abbazia è composta da un unico ambiente che al piano terra occupa fino a due dei tre ordini di piani che compongono il corpo di fabbrica, ed è coperta da una volta a botte intonacata a profilo ogivale. Si accede a questo spazio tramite un porticato ricavato in un volume a ridosso della zona presbiteriale. Esso è definito da un’arcatura a sesto acuto ed è coperto dal prolungamento della falda della chiesa. Sul fronte è ancora possibile notare le ammorsature delle murature perimetrali della navata ormai distrutta. Una rampa esterna conduce al primo piano tramite un portone ad arco a sesto acuto, che si apre su un locale luminoso e ampio, le cui finestre permettono di godere della visuale del fiume e del borgo. Sul lato lungo della “L” si dispongono altri due corpi di fabbrica: il primo ha solai in legno, e il secondo contiene una scala a rampe sovrapposte. Essi formano un insieme costruttivo omogeneo, pur essendo divisi dal punto di vista strutturale da una muratura di spina di elevato spessore. I piani superiori presentano volte a camera canna a padiglione in corrispondenza di aperture disposte simmetricamente. Esternamente una scala ad unica rampa costituisce uno degli elementi del primitivo impianto del convento, come lasciano presupporre i materiali e la tecnica costruttiva utilizzati. Un antico forno in pietra è contenuto nel volume del ballatoio. Il piano terra, precedentemente contenente le stalle, si compone di due ambienti simili, ma diametralmente opposti. Nel primo l’elevata altezza dona respiro alla stanza, mentre nel secondo la distanza tra soffitto e solaio si riduce creando una maggiore oppressione e instabilità. La loro imponenza è rappresentativa della grandezza dell’intera architettura e per questo sono alcuni tra gli elementi di maggior interesse.
Testo di Lavinia Bravi
Foto di Vito Corvasce
Intervento
Restauro dell’antico borgo di San Vincenzo al Furlo
Luogo
Acqualagna (PU)
Progettisti
Enrico Martelloni, Fulvio Breccia
Collaboratori
Primo Mascellini
Committente
Privato
Anno di redazione
1998 (1° stralcio), 2009 (2° stralcio)
Anno di realizzazione
2000 (1° stralcio), 2010 (2° stralcio)
Imprese esecutrici
I.C.O.R., Edil Etruria Srl, Elizia Brecia Srl
Imprese fornitrici
Giusto Gostoli Srl (materiali edili)
Dati dimensionali
5.000 mc