Una stazione "ponte" per Roma Tiburtina
Una nuova centralità urbana, è stato questo il leitmotiv del bando internazionale indetto dalla Rete Ferroviaria Italiana per la progettazione del nuovo restyling della già esistente stazione di Roma Tiburtina. Per un totale di 48000 mq di superficie disponibile, il nuovo snodo ferroviario è caratterizzato da uno sviluppo bipolare che funge da connettore tra i due quartieri Nomentano e Pietralata, storicamente separati dal tracciato dei binari. È stata questa la sfida raccolta dallo studio ABDR, uno studio italiano noto per la prestigiosa attività progettuale e di ricerca, frequentemente documentata su rilevanti pubblicazioni italiane e internazionali, il quale ha realizzato una stazione “ponte” che fosse non solo uno snodo per il traffico ferroviario nazionale e internazionale, ma anche una grande piazza sopraelevata. Infatti, la vera anima del luogo è la galleria vetrata lunga circa 350 metri e larga 60, sospesa sui binari e appoggiata sui due atrii urbani che assume le sembianze di un vero e proprio boulevard pedonale coperto che collega i flussi di scambio sociale e il traffico intermodale. La galleria è stata sottoposta a un attento studio del movimento del sole e dell’andamento dinamico delle ombre in modo tale da orientare nel miglior modo possibile le vetrate per evitare un eccessivo calore durante l’afosa estate romana, favorendo così un microclima ideale che non disturba il viaggiatore. A caratterizzare questo spazio, inoltre, è la presenza di 8 volumi sospesi dal forte impatto visivo, destinati a ospitare tutte le attività di eccellenza della stazione, che diventano l’elemento identitario dell’intero progetto. I volumi sono ricoperti da un rivestimento conosciuto con il nome di “Alicrite” che è un prodotto plastico (una specie di vetroresina trasparente) laminata in Brasile ma messa in produzione per la prima volta proprio a Tiburtina. La stazione si costruisce sulla piattaforma metallica esistente, orientata secondo il sistema delle giaciture urbane preesistenti. Questa piattaforma poggia su una serie di piloni fondati sulle banchine e pone la quota della stazione ferroviaria, nonché dell’intero boulevard architettonico che risulta sopraelevato a oltre 9 metri rispetto ai binari. A causa delle sensibili oscillazioni alle quali è sottoposto l’impalcato della piastra, la struttura resistente è concepita come una “grande copertura”, un ampio tetto metallico costituito da una struttura reticolare estradossata, al quale sono agganciati i volumi semitrasparenti che ospitano i locali e le funzioni di maggiore pregio: vip lounge, internet office, uffici privati e ristorazione. La loro sagoma è incorniciata dall’involucro di vetro, sospeso alla copertura metallica ed appoggiato alla piastra esistente. La scelta di un assetto in sospensione è in grado di ottimizzare le campate strutturali, contrastando le criticità derivanti dalle vibrazioni trasmesse dal traffico ferroviario e dall’azione del vento. La stazione, dedicata anch'essa a Camillo Benso Conte di Cavour, è il simbolo di un’architettura all’avanguardia per tecnologia, design e materiali utilizzati e riproduce una nuova idea di "piazza sociale", concetto quanto mai attuale, dove non vi si transita solo per salire o scendere da qualche treno ma per il semplice gusto di attraversarla e, magari, viverla.
Testo di Genni Ceresani
Foto di Moreno Maggio (Studio Maggi) Enrica Scalfari (ABDR, foto ritratto)
Intervento Nuova Stazione Alta Velocità di Roma Tiburtina
Luogo Roma
Progettisti ABDR Architetti Associati - Maria Laura Arlotti, Michele Beccu, Paolo Desideri, Filippo Raimondo; con/with Arch. Mauro Merlo, Arch. Nicolas Cazzato
Coordinamento Generale: Massimo Mazzocchi (Drees&Sommer Italia Engineering)
Collaboratori Antonella Antonilli, Sabrina Cataldi, Claudia Giovanna Del Colle, Alessandra Gobbo, Giulia Leoni, Mario Michetti, Romolo Ottaviani, Giovamattista Padalino, Luigi Salemi, Andrea Salvucci, Lorenzo Spagnolo, Amelie Fritzlar, Luca de Felice, ASimona Petrollini, Mirko Tamburi, Stefano Pieretti, Alessandro Ciocci, Tiziana Pescosolido, Stefano Bruno, Emanuele Clementi, Claudia Pagani, Marco Thomas Piacentini, Giulia Carriere, Vittoria Stefanini, Livia Spanò, Elena Chironna, Viola Di Giò, Antonio Giglio, Tommaso Berretta, Gijs Pickvet, Giancarlo Vaccher, Veronica Didier, Sara Secci, Rossella Sibilio, Angela Arnone, Angela De Vita, Patricia Martinez, Dario Binarelli, Giuseppe di Cecco, Marco Abis, Steffen Ahl, Maddalena Cannarsa, Cecilia Metella Micheli, Paola Mencacci, Massimiliano Coni, Lisandra De Mendoca, Giulia Canto, Lavinia Ferri, Maddalena farina, Martina Fiorentino, Tommaso Iazzetta, Cristiana Imperiali, Rossella Montemurro, Giusi Ottonelli, Giusi Bellapadrona, Maria Persichella, Vittorio Petrini, Brigida Sepe, Alessia Piazza, Alessio Scarale
Ingegneria Strutture: Ezio Maria Gruttadauria, Massimo Majowiecki Impianti termofluidici: Proger S.p.A., Remo Massacesi Impianti elettrici: Manens Intertecnica S.r.l. Prevenzione incendi: SR4 Engineering
Consulenti Bioclimatica: Valerio Calderaro Geotecnica: Augusto Desideri Illuminotecnica: Ettore Mariotti Strutture acciaio e vetro: MEW Manfroni Engineering Workshop
Committente Rete Ferroviaria Italiana S.p.A.
Anno di redazione 2002
Anno di realizzazione 2007 - 2013
Imprese fornitrici Oikos Paint, Cotto D’Este
Dati dimensionali 32.000 mq